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Aragosta del Mediterraneo

Da:  36.00
 120.00 /Kg

PRODUTTORE  Soggetto alla disponibilità del mercato

ORIGINE  Italia

MERCATO DI PROVENIENZA  Olbia, Porto Santo Stefano, Monte Argentario, Terracina, Ponza, Gallipoli

Parlando di cucina, si consiglia di servire gli astici bolliti  conditi alla catalana. La polpa morbida e succosa diventerà ancora più tenera se preparata in questa maniera. Se state organizzando una cena vi suggeriamo di preparare le linguine all’ aragosta , un piatto veloce e semplice da cucinare che farà impazzire tutti i vostri ospiti.

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Descrizione

ARAGOSTA MEDITERRANEO

L’aragosta, nota anche come aragosta mediterranea, (Palinurus elephas) è un tipo di crostaceo dell’ordine Decapoda. È facile trovare questa specie sui fondali dell’Oceano Atlantico orientale e nel Mar Mediterraneo. 

Generalità

Forse in pochi sanno che di aragoste ne esistono tante specie diverse, tutte caratterizzate da un colore di carapace diverso. In base alla zona si possono trovare specie differenti (l’aragosta verde vive sui fondali africani, per esempio). Qui ci occuperemo dell’aragosta più comune nei mari italiani, quella mediterranea.

Caratteristiche fisiche e biologia

L’aragosta è uno dei crostacei più grossi di cui si è a conoscenza; la sua lunghezza media è compresa tra i 20 ed i 40 cm, ma alcuni individui adulti raggiungono anche i 50 cm! Il loro peso può arrivare fino ad 8 Kg, buona parte dei quali attribuibili al carapace.

Come tutti i crostacei, infatti, anche le aragoste sono dotate di un guscio, il carapace, appunto, elemento del tutto simile ad una corazza. Durante la crescita dell’animale il guscio cambia più volte per adattarsi alle nuove dimensioni del corpo. Questo scudo naturale è composto da due parti: il cefalotorace che protegge la parte anteriore e l’addome, posizionato nella parte posteriore dell’aragosta. Il colore del guscio varia da rosso- brunastro a viola- brunastro. La differenza nella colorazione dipende dalla profondità a cui si trova l’animale: più è profonda l’acqua più il colore tenderà al viola.

Il corpo è di forma sub-cilindrica e la corazza è cosparsa di spine coniche. L’addome, invece, è costituito da sei segmenti mobili ed è presente anche un piccolo pungiglione. Sulla parte anteriore della struttura sono visibili due antenne di lunghezza superiore a quella del corpo e che fungono da organi sensoriali. Questi lunghi baffi a strisce rosse e gialle, infatti, servono a captare i tanti pericoli presenti in mare aperto. In prossimità di questi sono presenti anche due spine a V in posizione divergente.

Il corpo dell’animale termina con il cosiddetto ventaglio caudale, sfruttato molto per il nuoto. Sulla parte ventrale si possono osservare anche delle zampe, solo in parte utilizzate per spostarsi sui fondali marini.

Le aragoste vivono in gruppi e si stabiliscono generalmente su fondali rocciosi che si trovano a profondità comprese tra i 20 e 150 m. Data la loro sedentarietà ed il loro habitat naturale è facile comprendere che l’alimentazione base di questi animali è composta da alghe, spugne, plancton, pesci ed altri crostacei.

Il periodo di riproduzione delle aragoste è quello estivo, specialmente verso la fine di agosto; i piccoli nascono durante l’inverno e si muovono subito verso i fondali marini, dove vivranno per tutta la vita.

La pesca

Le aragoste sono da molti considerati i crostacei più prelibati; tuttavia, il sapore della loro carne varia molto in base alla zona in cui vivono ed a ciò di cui si cibano. Più l’animale si ciba di plancton ed alghe, più la sua carne sarà tenera e delicata. Un consiglio? Se volete pescare delle buone aragoste dovete andare in Sardegna!

Le aragoste mediterranee appartengono al gruppo delle specie protette: la Convenzione di Berna (legge numero 503 del 5/8/81) ha stabilito che non è possibile pescare questi animali nel periodo che va dal 1° gennaio fino al 30 aprile, momento dell’anno in cui nascono i piccoli. 

Esse vengono pescate principalmente attraverso il metodo del tramaglio o quello della nassa. Il primo consiste nell’utilizzo di una rete composta da tre parti con maglie di diversa grandezza, mentre il secondo prevede l’uso di una rete in plastica o metallo a forma di imbuto.

Per via del periodo di stop alla pesca per ben un quarto dell’anno, molti sono coloro che hanno deciso di dedicarsi all’allevamento di questi crostacei, sempre molto richiesti dal mercato nazionale ed internazionale.

Gastronomia e proprietà nutritive

L’aragosta ha delle caratteristiche nutrizionali davvero interessanti. Per prima cosa, solo un terzo dell’animale rappresenta la parte commestibile, mentre il resto è composto da carapace ed interiora. 

Questo crostaceo è ricco di proteine ad elevato valore biologico; è povera di grassi, ma contiene molto colesterolo ed è quindi adatta a chi vuole seguire una dieta ipocalorica, ma non a chi deve seguirne una contro l’ipercolesterolemia.

Nell’aragosta si trovano molte vitamine idrosolubili come tiamina, niacina e riboflavina; anche il ferro contenuto raggiunge livelli ideali per l’uomo. Inoltre, sono presenti delle tracce di zuccheri, parte dei quali sono imputabili al carapace.

Si consiglia sempre il consumo di aragoste fresche: già subito dopo la morte, l’organismo dell’animale inizia a rilasciare gruppi azotati, processo facilmente identificabile con il sapore di ammoniaca che caratterizza i crostacei non freschi. Come cucinarla? Bollita o al vapore! Tuttavia, l’aragosta si presta molto bene anche a diventare il condimento di molti primi piatti.

 

Kcal: 77
Proteine: 14,85 g
Carboidrati: 0 g
Zuccheri: 0 g
Grasso: 0,97 g
Colesterolo: 107 mg 

 

Informazioni aggiuntive

Peso N/A
Allergeni

Crostacei e molluschi

Nome scentifico

Palinurus elephas

Caratteristica

Conservazione

vivo

Modalità di pesca

nassa

Modalità e tempi di conservazione

Per prodotto vivo in frigo da +2 a +4 °C per la durata di 2 giorni dalla data di confezionamento.

Provenienza

italia

Zona di pesca

Zona FAO 37.1 Mar Mediterraneo

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