Avete mai sentito parlare di questo provvedimento? Scoprite di cosa si tratta.
Anche la pesca ha la sua regolamentazione a tutela dell’ambiente e della biodiversità. Sono due le normative principali da tenere a mente. La prima riguarda la TAGLIA MINIMA COMMERCIALE ed è piuttosto semplice per il consumatore da verificare. Più complessa è la questione inerente al FERMO PESCA, normativa che mira ad evitare la pesca di alcune specie (interessanti per il mercato) durante la stagione riproduttiva, cioè prima che abbiano rilasciato in mare la generazione successiva.
In Italia questo implica la proibizione dell’attrezzo atto a pescare i pesci oggetto della tutela: reti a trascico,
reti a divergenti. Il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali stabilisce di anno in anno il periodo temporale e il tratto di costa in cui applicare il Fermo Pesca. Solitamente l’intervallo comprende il periodo estivo e parte dell’autunno.
In questo periodo sulle zone costiere si concentra il maggior flusso turistico, quindi mercati e operatori dovranno rivolgersi alle regioni in cui il fermo pesca non c’è per il proprio approvvigionamento.
Infatti la turnazione del Fermo Pesca inizia da nord est, va verso sud per poi risalire lungo la costa tirrenica, chiudendosi a nord ovest. A Trieste verrà quindi applicata a fine luglio, in Liguria ad Ottobre. Ogni turno dura 30-45 giorni.
In base alla propria zona di villeggiatura quindi il turista può capire abbastanza semplicemente se è o meno tempo di Fermo Pesca e se il pesce proposto sul banco è realmente fresco e a km0. Le etichette, che ogni rivenditore è tenuto ad esporre, tolgono ogni dubbio.
Sicilia e Sardegna, isole a statuto speciale, possono invece decidere autonomamente quando istituire il Fermo Pesca quindi occorrerà informarsi di anno in anno.
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